domenica 5 giugno 2022

LETTERA APERTA ALLE ISTITUZIONI CITTADINE

Pubblichiamo qui di seguito la lettera condivisa e sottoscritta da ARQA Associazione Riqualificazione Quartiere Aurora, CCQA Comitato Cittadini Quadrilatero Aurora,  Comitato Spontaneo Aurora,  Comitato Un'Aurora per tutti.

La lettera è stata inviata il 4 giugno 2022 alle Istituzioni cittadine: Prefetto Dott. Raffaele Ruberto, Sindaco Prof. Stefano Lo Russo, Questore Dott. Vincenzo Ciarambino, Comandante Provinciale Carabinieri Gen. B.ta Claudio Lunardo, dopo l'episodio accaduto in corso Giulio Cesare lo scorso giovedì 2 giugno.

 

                                                                                                                                                                                         

Egregi Signori,

gli scriventi sono Associazioni e Comitati che da due decenni lavorano a stretto contatto con la realtà del territorio di Aurora e Porta Palazzo, possiamo dire che nel tempo non abbiamo mai lesinato né l’impegno né la cura e forse invece ci si può accreditare di una notevole attenzione ed efficienza nella presentazione e nell’articolare le problematicità presenti e nascenti.

Lo spirito che anima questa lettera non di polemica ma costruttiva e di riflessione, contiene l’invito ad incontrarci in Aurora nei modi e nei tempi che le SSVV riterranno opportuno per ulteriori approfondimenti e per un costruttivo dialogo, anche per dare un segnale di attenzione al territorio.

La vicenda de “l’uomo col machete” è l’immagine che descrive in sintesi una situazione non governata, è necessario comprendere fino in fondo le dinamiche socio economiche che caratterizzano un territorio che sono lasciate a sé stesse. 

Il problema vero è che non si tratta di una novità o di un fatto episodico ma situazioni di disagio urbano riconducibili alla tipologia in oggetto stanno diventando un vero e proprio trend: conflitti con passaggio a vie di fatto, risse a bottigliate e accoltellamenti sono più frequenti di quel che dall’esterno si può percepire: all’origine del diverbio  sottendono spesso motivazioni connesse col controllo del territorio e delle piazze di spaccio della zona, e non raramente se ne aggiungono di ultronee anche per altri futili motivi.

Ne è la prova quanto riportato dalle cronache cittadine degli ultimi due mesi, dove ci fermiamo altrimenti l’elenco si allungherebbe notevolmente:

  • 6 aprile 2022  

Grave episodio verificatosi  in Largo Giulio Cesare dove una banale lite tra un automobilista egiziano e un ciclista marocchino si è trasformata in una maxi rissa sedata con difficoltà dalla Polizia. E durante l’intervento alcuni agenti hanno riportato lesioni con prognosi di guarigione di almeno 30 giorni. 

La mega rissa è stata scatenata da due gruppi egiziani e marocchini, botte, lanci di bottiglie di vetro, impiego di strumenti atti all’offesa, vandalismi ai danni di beni privati e pubblici e rovesciamenti di bidoni.

 

  • 9 aprile 2022

In pieno pomeriggio maxi rissa da Ponte Mosca tra una ventina di spacciatori,  riconducibile a una battaglia tra gang rivali, iniziata a calci e pugni ma ben presto degenerata con comparsa sul campo di battaglia di bottiglie di vetro, di spranghe e bastoni, di spray urticanti al peperoncino, persino una katana giapponese e addirittura uno storditore elettrico a contatto.  A testimonianza della violenza dello scontro a terra sono rimaste ben visibili tracce di sangue, cocci di bottiglie rotte, bidoni Amiat ribaltati.   

 

  • 11 aprile 2022

Tardo pomeriggio una nuova rissa iniziata in corso Palermo e gli episodi di violenza si sono poi spostati in via Sesia. Una vera e propria battaglia durata diversi minuti e anche in questo caso si è ripetuto il solito cliché articolato con verificati lanci di bottiglie, danneggiamento di auto in sosta e di beni di privati   e ribaltamento di cassonetti con relativo spandimento del loro contenuto. Due cittadini stranieri hanno anche tentato  in qualche modo di proteggere una donna contro cui era stata lanciata una bottiglia, ferendosi alle mani.

 

  •  16 aprile 2022   
  • Lungo Dora Napoli, primo pomeriggio di un sabato, rissa tra ubriachi, una decina di persone circa, clienti affezionati dei Banglamarket siti ai civici 14 e 18, nemmeno a cento metri dal Ponte Mosca, dove una settimana prima si era tenuta una maxi rissa.

 

  • 13 maggio 2022

Nel pomeriggio rissa in strada  tra gruppi in lotta per il controllo dello spaccio una trentina di persone si sono affrontate in via Aosta: una è stata ferita a coltellate, lo scontro è divampato tra un gruppo di senegalesi ed un altro di nordafricani, che si sono affrontati a colpi di bottiglie e ogni altro tipo di oggetto  contundente.          

 

  • 14 maggio 2022 
  • Nel tardo pomeriggio lite tra due persone di nazionalità africana che si sono affrontate nel controviale sud di corso Regina Margherita, che come di consueto in gruppo folto e numeroso, aveva trascorso la giornata a bere grandi quantità di birra acquistate presso market e macelleria ivi presenti di cui sono avventori abituali, occupando senza problemi ampi spazi di marciapiedi, a due passi dal mercato di Porta Palazzo ancora aperto. Una delle due persone è stata ferita e successivamente raccolta dall’ambulanza, l’altra è stata fermata dalla volante della Polizia di Stato.

Il che dimostra che quando si permette di costruire delle enclave o dei luoghi in cui si lasciano insediare in gran numero situazioni problematiche e sconosciute non si può non ottenere come risultato una pericolosa deriva conseguente alle dinamiche lasciate a se stesse.

Allo stato attuale per contrastare il disordine urbano, il vandalismo e i comportamenti antisociali occorrono gli interventi, anche contingibili e urgenti ed anche da parte della città; avendo perduto ogni credibilità e senso la classica risposta sottoforma di  operazioni politiche temporanee e mediatiche, che fanno solo ed esclusivamente immagine e che al di là dei momentanei entusiasmi che ancora possono suscitare in qualche sprovveduto, sempre di più hanno il risultato di sfiduciare la stragrande maggioranza dei cittadini a cui restano i problemi quotidiani sentiti come aggressioni alla pacifica convivenza.

Insistiamo, pur senza voler criminalizzare un’intera categoria di lavoratori onesti,  nel sostenere con forza che certe tipologie di esercizi di vicinato sono in gran parte causa ed effetto di tale situazione, perché camuffando attività di vendita in vere e proprie  illecite somministrazioni, sono diventati punti di ritrovo per soggetti dediti ad attività devianti e criminose e non è un caso se gli episodi di cronaca sopra descritti sono accaduti in prossimità di tali esercizi commerciali.

Presso tali esercizi, una pluralità di persone ha ormai consolidato la prassi di fare incetta di bottiglie di alcolici e  superalcolici, immediatamente  dopo consumarli, per lo più in gruppo, direttamente sui marciapiedi antistanti tali attività.

Così come avviene per le sostanze stupefacenti o psicotrope, il quotidiano e continuo consumo di alcolici e superacolici produce cambiamenti a livello comportamentale e psicologico, alterazione della personalità e sviluppo dell’aggressività, labilità dell’umore, perdita dei freni inibitori e una compromessa capacità di attenzione, depressione,  compromissione a livello cognitivo, lesioni cerebrali, disturbi psichiatrici e ovviamente dipendenza.

 

Pertanto, non c’è da stupirsi come un numero spropositato di soggetti dipendenti dal meccanismo del bere compulsivo, che si trovano in questa condizione fisica e psichica ad ogni ora del giorno e della notte in mezzo alla strada, possano dar vita a situazioni che sempre più spesso degenerano in veri e propri problemi di ordine pubblico e di degrado dei normali rapporti civili, poiché usurano la sacrosanta attesa di normalità delle persone che quotidianamente sono sottoposte a subire tali comportamenti.

Al fine di prevenire e di eliminare i gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica, ossia l’integrità fisica della popolazione, e la sicurezza urbana, ovvero prevenire e contrastare l’insorgere di fenomeni criminosi o di illegalità, quali lo spaccio di stupefacenti, chiediamo  risposte tanto democratiche quanto ferme e concrete ad un problema come quello della sicurezza urbana e cioè il diritto dei cittadini di ricevere la piena legittimazione del tema della sicurezza e il suo definitivo accoglimento come punto qualificante da parte delle Istituzioni cittadine.

Aurora è stata negli ultimi anni e lo è tuttora una fucina di progetti social culturali e di investimenti privati di riqualificazione urbana ma a questi non può essere affidata la soluzione del problema della sicurezza urbana in cui la dimensione della politica ha un peso decisivo e anche il pensiero che il fenomeno debba essere affrontato solo attraverso la prevenzione sociale, l’educazione e la cultura non è sufficiente e non può sostituire integralmente il qui e l’adesso e il soprattutto l’affrontare il fenomeno a livello politico; debbono emergere con forza nuove coraggiose sfide, non può essere sdoganato il concetto del contrasto con l’impaccio e le reticenze di sempre.

I vincoli ideologici hanno inibito per lungo tempo una gestione efficace della comunicazione in materia di sicurezza dimenticando una nozione sociologica fondamentale che deve essere intesa come il sentimento di una collettività cittadina che ha il diritto di sentirsi protetta dalle Istituzioni.

Il Sindaco dispone dei poteri attribuitigli in materia di sicurezza urbana, può adottare ordinanze contingibili e urgenti, per esempio disponendo la chiusura e il ritiro della licenza delle attività recidive, vietare la vendita delle bevande refrigerate, limitare gli orari, dilatare i tempi di chiusura temporanea.

Tutti questi anni di militanza sul territorio ci hanno insegnato che la sicurezza è un sistema complesso che non ammette improvvisazioni né pressapochismi, non tollera scorciatoie e soprattutto non accetta più interventi di facciata, al contrario, indica inequivocabilmente che occorrono nuove norme e un generale miglioramento della collaborazione tra le istituzioni chiamate a garantirla e impone una rilettura del ruolo e delle funzioni del governo locale, un dialogo costruttivo per un piano coordinato per una nuova pianificazione dei presidi delle forze dell’ordine che si rendono fondamentali ed indispensabili proprio nelle attività di governo dei territori condotte.

Gli interventi che Vi chiediamo hanno natura di urgenza, non possono più attendere, anzi il tempo è scaduto, i cittadini sono al limite della sopportazione e abbiamo serie ragioni per essere molto preoccupati di un’evoluzione esplosiva per questa situazione oramai e sempre di più fuori controllo. 

 


martedì 1 marzo 2022

IL VIA AI CANTIERI NELL'EX AREA STERRATA A PONTE MOSCA

 


 
Dopo 30 anni di abbandono in cui hanno fatto capolino ipotetici studi e arzigogolati piani di fattibilità, vaghe promesse e speranze infrante, finalmente il 14 febbraio scorso ha avuto il suo avvio il cantiere di The Student Hotel nell’area sterrata di Ponte Mosca in cui sorgeva l’edificio dell’ITC Aldo Moro che nel 1991 fu demolito per dissesti strutturali.
 
Un’area, di proprietà della Provincia di Torino prima e dopo della subentrante Città Metropolitana, dismessa e abbandonata a due passi dal centro città, per cui nel corso di tre decenni furono pensati possibili progetti mai realizzati.
 
Un’area dismessa, abbandonata e degradata che in questi 30 anni ha creato dei vuoti urbani spesso problematici a causa di questioni legate alla sicurezza, al degrado sociale e ambientale. 
 
Nel corso degli ultimi 15 anni il terreno è andato all’asta più volte, che ogni volta sono state puntualmente disertate, fino allo scorso anno quando la Società The Student Hotel si è aggiudicata il lotto.
 
Un progetto di recupero dell’area che non si riduce ad un progetto di riqualificazione urbana ma di rilevante interesse ed importanza per l’intero quartiere, per le evidenti ricadute di carattere economico e sociale che rappresentano opportunità che sono necessarie ai fini dello sviluppo urbano sostenibile.
 
Investire nella riqualificazione di quell’area, ma non solo di quell'area, significa trasformare un problema in un punto di forza, restituire al territorio nuovi spazi di valore.
 
Questo progetto, (per alcuni tratti somigliante a quello di Esselunga dell’ex area OGM) si presenta con un carattere innovativo, è un programma di riqualificazione urbana e sociale capace di promuovere sviluppo umano, sistemi culturali, la messa in opera di uno spazio socio-culturale di grande respiro che offrirebbe un ristoro evidente ad un territorio, anche questo oramai soggetto a degrado incontrollato, oltre alla messa a disposizione di nuovi posti di lavoro dei quali il territorio e la città indubbiamente necessita.
 
Oggi THS a Ponte Mosca e ci auguriamo a breve possa decollare anche il progetto di Esselunga nell’ex area OGM.
 
Sono progetti che porteranno tutte le ricadute positive care al territorio.
Aurora non ha la vocazione del degrado, una decina di anni fa partiva la Nuvola Lavazza in via Bologna che ha creato un luogo di dinamiche sociali di qualità favorendo un movimento urbano sano e tranquillo.
 
 

Le periferie e i contesti urbani abbandonati e degradati possono facilmente trarre la conclusione che la povertà e l’emarginazione sono i colpevoli del delitto.
 
La causa non risiede nella povertà ma nel fatto che pezzi di territorio abbandonati e degradati trasmettono l’idea di disinteresse e noncuranza che crea un sentimento di assenza di regole, di mancanza di leggi e porta a pensare che tutto sia ammesso, in tale situazione, ogni comportamento deviante riafferma e moltiplica l’idea dell’assenza di norme precise. 
 
Negli anni il futuro di quest’area ha interessato la cittadinanza fino a promuovere importanti politiche di partecipazione sociale, questo progetto è il rilancio dell’immagine territoriale e un sincero e sentito ringraziamento va a chi come noi non ha mai smesso di crederci.

 

giovedì 25 marzo 2021

LO STRANO CASO DEL TENTATIVO DI ABROGAZIONE DELLA LEGGE 283/62

 


In merito alle preoccupanti notizie degli scorsi giorni, annuncianti importanti modifiche nell’impianto sanzionatorio di cui all’art. 5 lettera “B” della  Legge 283/62 e smi, - che punisce la detenzione ai fini di somministrazione/vendita di alimenti destinati al consumo umano, in cattivo stato di conservazione - sancendone di fatto l’abrogazione, con un decreto legge del 19 marzo u.s. e della più recente del giorno successivo che annuncia l’avvenuta rettifica dell’ormai imminente decreto, Associazioni e Comitati Riuniti di Porta Palazzo in collaborazione con le realtà organizzate del territorio: Associazione Corso Giulio Cesare, A.R.Q.A. Associazione Riqualificazione Quartiere Aurora, Comitato Cittadini Quadrilatero Aurora, Comitato Un’Aurora per Tutti, hanno voluto inviare al Procuratore Aggiunto Dott. Vincenzo Pacileo i più sentiti ringraziamenti per l’attenzione dimostrata verso questa problematica, apparentemente minore ad un esame superficiale, ma che in realtà presidia, tutelandolo adeguatamente, il bene preziosissimo e primario della salute pubblica. 

 

Questa notizia giunge ad interrompere il disorientamento dei cittadini che con grande apprensione e inquietudine avevano accolto quella dell’abrogazione di un impianto legislativo che, seppur datato,  nel corso di 60 anni ha permesso di sottoporre all’attenzione della giustizia le responsabilità accertate dalle Procure dell’intera nazione italiana per tutti i casi, maggiori e minori, relativi al commercio di alimenti adulterati, cause di avvelenamenti, intossicazioni, lesioni gravi come danni neurologici o cecità e, nei casi estremi, anche la morte di cittadini ignari.

 

Non solo per i casi più eclatanti, tipo il famoso “vino al metanolo” o quello delle cosiddette “mozzarelle blu”, la norma che si intendeva cassare abbraccia un ambito molto più vasto,  dagli  alimenti ittici in cattivo stato di conservazione, acquistati freschi e portati allo stato di congelazione senza l’utilizzo dell’abbattitore di temperatura oppure acquistati congelati, privi di copertura o involucro idoneo alla conservazione, per non parlare delle carni di dubbia provenienza, già confezionate in precedenza, invendute previa ri-etichettatura con il fraudolento aggiornamento quotidiano della data di preincarto, i cibi scaduti, gli alimenti infestati dai parassiti, quelli stoccati insieme a sostanze nocive, o la cattiva conservazione di bottiglie di acqua minerale stoccate direttamente alla luce del sole senza alcuna protezione ed invase da microalghe, ad elevato rischio di contaminazione o pericolosità, o, ancora, gli alimenti congelati positivi al virus dell’epatite A; questi e tantissimi altri casi sono stati perseguiti grazie anche al dispositivo dell’art. 5 lettera “B” della legge 283/62, da soli o in concorso con altre norme.
 
Così come tutti gli alimenti destinati alle attività di somministrazione, in cui i controlli effettuati dagli organi di Polizia Giudiziaria hanno rilevato le inadeguate condizioni igienico sanitarie, durante la lavorazione nelle cucine o comunque in tutti i casi di attività commerciali che detengono ai fini di vendita alimenti in cattivo stato di conservazione.
 

In particolare, il dispositivo della legge 283/62 ha finora rappresentato uno degli strumenti più importanti e sicuramente il più efficace cui la Polizia Giudiziaria ha fatto spesso ricorso nel nostro territorio, ove sono sempre più indispensabili gli accessi ispettivi ed i controlli mirati in materia di igiene degli alimenti e delle bevande verso gli esercizi che manipolano scorrettamente e confezionano prodotti alimentari o mal conservati con particolare attenzione a quelli di origine animale.

Le previste modifiche al dispositivo della legge 283/62 avrebbero di fatto disarmato ogni possibile controllo e le procedure per la tutela della sicurezza dei consumatori, una legge utilissima per punire questi casi e tutelare la salute che nell’immaginario collettivo può essere facilmente interpretata come socialmente utile per il suo valore deterrente.

 

Ringraziare il Dott. Pacileo a nome di tutti i cittadini per essere riuscito ad impedirlo è quanto meno doveroso, come lo è l'espressione sincera della nostra riconoscenza.