domenica 1 aprile 2018

RISPOSTA ALLA VISITA DELL'ARCIVESCOVO CESARE NOSIGLIA IN CANALE MOLASSI

Alla cortese attenzione dell'Arcivescovo di Torino Mons. Cesare NOSIGLIA

e p.c.:

Sindaca Dott.ssa Chiara APPENDINO
Coordinatore Sicurezza Urbana Dott.ssa Patrizia CAPUTO
Sostituto Procuratore Dott. Paolo BORGNA
Prefetto di Torino Dott. Renato SACCONE
Questore di Torino Dott. Francesco MESSINA
Comandante Provinciale Carabinieri Col. Emanuele De Santis
Comandante Provinciale Guardia di Finanza Gen. B.ta Guido Mario GEREMIA
Assessore Marco Alessandro GIUSTA
Assessore Roberto FINARDI
Assessore Alberto SACCO
Comandante Polizia Municipale di Torino Dott. Emiliano BEZZON
Presidente Circoscrizione VII Luca DERI


 
Gentilissimo Arcivescovo Mons. Cesare Nosiglia,


apprendiamo dalle letture dei giornali quotidiani e dalla quantità di commenti che ci giungono dai cittadini collegati alla nostra chat, della Sua visita di ieri sabato 31 marzo presso il mercato gestito dall’Associazione Vivi Balon nelle aree di Canale Molassi e del parcheggio di San Pietro in Vincoli.

Ci è dato leggere che le Sue dichiarazioni sono:

- “Dico no al trasloco, spostate solo i banchetti più critici”;
- “Parlerò con chi li vuole cacciare”;
- “Stiamo pensando a una presenza delle associazioni cattoliche al Barattolo, affinché educhino al rispetto, alla convivenza, all’attenzione verso tutte le persone”.

Potendo quindi ragionare a partire da queste Sue dichiarazioni virgolettate e quindi con i limiti che un’informazione così scarna ci impone, ci permettiamo di sottolinerarLe alcuni nostri pensieri che probabilmente non Le sono noti.

Il primo pensiero riguarda chi ha sollecitato la Sua visita e gli interessi che possono averne mosso lo zelo; questo per dire che una riflessione in più si impone ma la lasciamo a Lei e non desideriamo indirizzare le Sue riflessioni più di tanto.

Il presupposto che sta alla base di questo è però farLa riflettere sul fatto che prendere così nettamente posizione dopo una visita sicuramente carica emotivamente ma anche, possiamo pensare, avvenuta con un tempo guidato, rischia di prendere troppo partigianamente posizione per qualcuno trascurando qualcun altro.

Il qualcun altro di cui sopra e che Lei dice di voler incontrare, prende atto che la Sua posizione è già orientata dal fatto che le Sue parole esprimono giudizi morali proprio quando Lei parla di non “cacciare”.

E’ difficile quindi impostare un dialogo quando il mediatore si rivela già a fianco di una delle parti in causa.

Di questo con molta semplicità desideriamo metterLa in guardia.

Ci permetta quindi in tutta semplicità un garbato rimprovero: desideriamo che un buon pastore nell’andare a recuperare la pecora smarrita non trascuri il resto del gregge!

Il resto del gregge non è così drammaticamente crudele. Se coloro che hanno sollecitato il Suo intervento e che magari l’hanno accompagnata in loco, l’avessero anche correttamente e completamente informata sarebbe emerso, e a Lei sarebbe stato oggettivamente più chiaro, che da ben 17 anni la situazione di quel territorio, occupato fin dalla mattina di ogni venerdì e quindi per tutto il sabato fino a sera, è un luogo senza alcuna legge e protezione.

Avvengono episodi documentati oramai da anni alla pubblica Amministrazione, alla Questura e alla Prefettura, che vanno dal più piccolo malcostume di inciviltà relazionale alla più grave intimidazione e minaccia all’incolumità fisica degli abitanti delle case circostanti.

Avviene che, agli schiamazzi, ai bivacchi, alle risse tra ubriachi, alle occupazioni dei luoghi che non sono destinati a quel mercato, all’abbandono dei rifiuti in ogni angolo possibile, alle molestie notturne e alla pericolosità di uscire o rientrare dalla propria abitazione, non corrisponda da sempre alcuna azione di tutela da parte delle Istituzioni responsabili che sono sempre rimaste sorde a ogni denuncia, obbligandoci a presentare diversi esposti alla Procura della Repubblica.

Oggi vengono posizionati settimanalmente in sito due agenti della Polizia Municipale ma le proponiamo un esempio per tutti, il più recente: di fronte al marasma al quale assistono non possono fare null’altro che starsene seduti dentro la vettura di servizio. Uno degli ultimi episodi racconta appunto che tale era la pericolosità anche per i due agenti che essi stessi si sono trovati a chiedere l’ausilio di rinforzi e, giunte sul posto altre due vetture della Polizia Municipale con altri quattro agenti, questi non hanno potuto fare di meglio che chiedere altri rinforzi alle Forze dell’Ordine. Il risultato di tutto ciò è che tutti costoro non hanno potuto fare altro che prendere atto di quanto avvenisse e lasciarlo avvenire.

A Lei sembra che questo possa essere risolto spostando i banchi critici? Oppure ci suggerisce qualche altro stratagemma per risolvere il dramma di una serie di famiglie che comunque, per quanto più fortunate economicamente degli operatori del mercato, ambirebbero a poter vivere la loro vita magari modestamente ma con più tranquillità?

Il Suo suggerimento, che leggiamo sul giornale e che riportiamo qui sopra, ci pare quantomeno velleitario poiché 17 anni di malcostume e di inciviltà sono ben difficilmente recuperabili con gli strumenti che Lei propone e soprattutto, ce lo lasci dire con un poco di amarezza, il fatto che l’Arcivescovado si accorga così ben tardivamente, dopo tutto questo tempo, della presenza di un fenomeno così grave e devastante ci fa pensare ad una disponibilità anacronistica e magari sospetta.

Non Le sembri poi che questo discorso mascheri, in una falsa prospettiva bonaria, solo degli interessi egoistici di parte.

Le sarebbe poi utile interrogarsi intorno al destino delle tante centinaia di operatori insediati nell’area del Balon per i quali il loro lavoro è altrettanto fonte di vita per le loro famiglie e che sopravvivono ben faticosamente sotto i colpi della crisi economica, per i quali ogni tensione che si verifichi in quell’area rappresenta un potenziale allontanamento di una fetta di frequentatori e che soprattutto stanno lavorando oramai da quasi due anni per ottenere una riqualificazione di quel loro mercato onde sovvertire il declino attuale di quel territorio.

Nell’oramai pluriannuale dialogo con la pubblica Amministrazione, responsabile da sempre di aver ivi collocato un fenomeno che, nella loro presunzione, si dovrebbe “autogovernare” non abbiamo mai dimenticato di tenere presenti gli interessi di quegli operatori che sappiamo essere persone in più o meno gravi difficoltà.

Quanto poi alla capacità di autogovernarsi, essendo ViviBalon un’associazione privata, ci permetta di farLe notare che la collocazione nel Canale Molassi, per la ridda di operatori aventi diritto e di abusivi incontrastati che invadono ogni spazio possibile ivi compresi gli ingressi della struttura del Sermig, quali la scuola Artigiani di Restauro, l’ambulatorio e l’asilo multiculturale, è ormai diventata una situazione sfuggita dalle mani di chiunque, che non può essere governata da nessuno e meno che mai autogovernarsi.

Tale è oramai lo stato di degrado lì presente che, come sempre succede, questo fa sì che abbia ragione il più violento e il più aggressivo.
Inoltre, quella confusione impedisce oramai qualunque intervento di emergenza e di soccorso, come già avvenuto nel giugno del 2016 quando un’ambulanza - che doveva soccorrere un infartuato - non riuscì ad accedere nel Canale Molassi e il poveretto si salvò solo grazie al fatto fortunoso che gli fu prestato il primo soccorso nell’ambulatorio del Sermig e ben molto dopo il mezzo di soccorso riuscì a raggiungerlo attraverso l’ingresso principale del Sermig, fortunatamente sgomberato dalle strutture di un cantiere solamente alcuni giorni prima.

Ora, le pare che permettere a queste persone (anche nascondendole al pubblico sguardo nel Canale Molassi) di commerciare delle povere cose raccattate nei bidoni, oppure fare commercio di oggetti ricettati dagli scippi e dai furti, possa essere una soluzione dignitosa e congrua al dramma di una parte fragile di questa città?

A noi non è mai sembrato così, abbiamo sempre richiesto delle azioni più onorevoli e più mirate a dare uno spazio dignitoso e strutturato e una risposta più efficace al dramma delle vite marginalizzate.

Nel tempo, via via, siamo stati accusati di razzismo, di xenofobia e di avere un atteggiamento contro le esigenze del sociale; a noi sembra che la sordità a questi urli e a questi bisogni non sia la nostra ma sia di quanti oggi, non avendo saputo dare una risposta seria a problemi gravi, si nascondono dietro alla parola “povertà” per dimenticarsi i compiti civili di farsi carico del governo di un territorio pesantemente e gravemente colpito da una crisi economica e industriale che data oramai da un decennio.

Noi siamo certi della Sua totale buona fede ma la mettiamo in guardia dal cadere nelle trappole dei cattivi maestri perché i cattivi maestri normalmente non propongono soluzioni ma fanno solo guai!

Le chiediamo quindi di rivedere le Sue riflessioni alla luce di un disagio che non è solo quello che Le è stato messo sotto gli occhi ma che comprende oramai la vita di un territorio e delle persone che in quel territorio hanno insediato la loro quotidianità.

Per la politica far convivere interessi diversi è una questione sempre aperta ma fare politica significa riuscire a dare delle risposte serie ed efficaci anche ai conflitti sociali.

A nostro parere Lei sabato è caduto in una trappola e si è prestato a farsi portavoce, seppure in buona fede, di quegli intellettuali che non hanno mai fatto un passo per affrontare il problema della povertà incalzante in questa città ma si limitano a guardarla rimirandone il dramma per poterne scrivere o parlare nel loro salotto buono.

Esistono in questa città persone e salotti che non fanno altro che ciarlare a vanvera ma le loro ciarle, purtroppo, sono a carico dei drammi di molti cittadini di questa città.

Non desideriamo dare a una persona come Lei delle lezioni di morale, anche se questa può essere l’impressione che Lei ricava da quanto scriviamo, bensì desideriamo solamente pregarLa di non farsi, tramite la posizione morale che Lei occupa nella comunità di questa città, ariete che distrugge anche quel poco di ascolto politico che siamo riusciti ad instaurare in un ambiente completamente sordo e ostile.

Ciò che emerge dall’idea di spostare il mercato del sabato, temuto dall’Associazione Vivi Balon, in un altro ambito più decoroso e protetto implica anche la possibilità di ampliare e di dare maggior respiro a quelle povere attività onde cercare di favorire l’emergere della possibile costruzione di un redditto che vada ben oltre i limiti odierni.

Le chiediamo quindi di voler evitare di dare ascolto ai falsi profeti, lupi travestiti da agnelli.

Cordiali saluti.

Adriana Romeo
presidente di Associazioni e Comitati Riuniti di Porta Palazzo
per nome e per conto dei residenti di San Pietro in VIncoli

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