Alla cortese attenzione dell'Arcivescovo di Torino Mons. Cesare NOSIGLIA
e p.c.:
Sindaca Dott.ssa Chiara APPENDINO
Coordinatore Sicurezza Urbana Dott.ssa Patrizia CAPUTO
Sostituto Procuratore Dott. Paolo BORGNA
Prefetto di Torino Dott. Renato SACCONE
Questore di Torino Dott. Francesco MESSINA
Comandante Provinciale Carabinieri Col. Emanuele De Santis
Comandante Provinciale Guardia di Finanza Gen. B.ta Guido Mario GEREMIA
Assessore Marco Alessandro GIUSTA
Assessore Roberto FINARDI
Assessore Alberto SACCO
Comandante Polizia Municipale di Torino Dott. Emiliano BEZZON
Presidente Circoscrizione VII Luca DERI
Gentilissimo
Arcivescovo Mons.
Cesare
Nosiglia,
apprendiamo
dalle letture dei giornali quotidiani e dalla quantità di commenti
che ci giungono dai cittadini collegati alla nostra chat, della Sua
visita di ieri sabato 31 marzo presso il mercato gestito
dall’Associazione Vivi Balon nelle
aree di
Canale Molassi e del
parcheggio
di San Pietro in Vincoli.
Ci
è dato leggere che
le Sue dichiarazioni sono:
-
“Dico no al trasloco, spostate solo i banchetti più critici”;
-
“Parlerò con chi li vuole cacciare”;
-
“Stiamo pensando a una presenza delle associazioni cattoliche al
Barattolo, affinché educhino al rispetto, alla convivenza,
all’attenzione verso tutte le persone”.
Potendo
quindi ragionare a partire da queste Sue dichiarazioni virgolettate e
quindi con i limiti che un’informazione così scarna ci impone, ci
permettiamo di sottolinerarLe alcuni nostri pensieri che
probabilmente non Le sono noti.
Il
primo pensiero riguarda chi ha sollecitato la Sua visita e gli
interessi che possono averne mosso lo zelo; questo per dire che una
riflessione in più si impone ma la lasciamo a Lei e non desideriamo
indirizzare le Sue riflessioni più di tanto.
Il
presupposto che sta alla base di questo è però farLa riflettere sul
fatto che prendere così nettamente posizione dopo una visita
sicuramente carica emotivamente ma anche, possiamo pensare, avvenuta
con un tempo guidato, rischia di prendere troppo partigianamente
posizione per qualcuno trascurando qualcun altro.
Il
qualcun altro di cui sopra e che Lei dice di voler incontrare, prende
atto che la Sua posizione è già orientata dal fatto che le Sue
parole esprimono giudizi morali proprio quando Lei parla di non
“cacciare”.
E’
difficile quindi impostare un dialogo quando il mediatore si rivela
già a fianco di una delle parti in causa.
Di
questo con molta semplicità desideriamo metterLa in guardia.
Ci
permetta quindi in tutta semplicità un garbato rimprovero:
desideriamo che un buon pastore nell’andare a recuperare la pecora
smarrita non trascuri il resto del gregge!
Il
resto del gregge non è così drammaticamente crudele. Se coloro che
hanno sollecitato il Suo intervento e che magari l’hanno
accompagnata in loco, l’avessero anche correttamente e
completamente informata sarebbe emerso, e a Lei sarebbe stato
oggettivamente più chiaro, che da ben 17 anni la situazione di quel
territorio, occupato fin dalla mattina di ogni venerdì e quindi per
tutto il sabato fino a sera, è un luogo senza alcuna legge e
protezione.
Avvengono
episodi documentati oramai da anni alla pubblica Amministrazione,
alla Questura e alla Prefettura, che vanno dal più piccolo
malcostume di inciviltà relazionale alla più grave intimidazione e
minaccia all’incolumità fisica degli abitanti delle case
circostanti.
Avviene
che, agli schiamazzi, ai bivacchi, alle risse tra ubriachi, alle
occupazioni dei luoghi che non sono destinati a quel mercato,
all’abbandono dei rifiuti in ogni angolo possibile, alle molestie
notturne e alla pericolosità di uscire o rientrare dalla propria
abitazione, non corrisponda da sempre alcuna azione di tutela da
parte delle Istituzioni responsabili che sono sempre rimaste sorde a
ogni denuncia, obbligandoci a presentare diversi esposti alla Procura
della Repubblica.
Oggi
vengono
posizionati settimanalmente in sito due agenti
della Polizia Municipale
ma
le
proponiamo un
esempio per tutti, il
più recente:
di fronte al marasma al quale assistono non possono fare null’altro
che starsene seduti dentro la vettura di servizio. Uno degli ultimi
episodi racconta appunto
che
tale era la pericolosità anche per i due agenti che essi stessi si
sono trovati a chiedere l’ausilio di rinforzi e, giunte
sul posto altre
due vetture della Polizia Municipale con altri quattro agenti, questi
non hanno potuto fare di meglio che chiedere altri rinforzi alle
Forze
dell’Ordine.
Il risultato di tutto ciò è
che
tutti costoro non hanno potuto fare altro che prendere atto di quanto
avvenisse e lasciarlo avvenire.
A
Lei sembra che questo possa essere risolto spostando i banchi
critici? Oppure ci suggerisce qualche altro stratagemma per risolvere
il dramma di una serie di famiglie che comunque, per quanto più
fortunate economicamente degli operatori del mercato, ambirebbero a
poter vivere la loro vita magari modestamente ma con più
tranquillità?
Il
Suo suggerimento, che leggiamo sul giornale e che riportiamo qui
sopra, ci pare quantomeno velleitario poiché 17 anni di malcostume e
di inciviltà sono ben difficilmente recuperabili con gli strumenti
che Lei propone e soprattutto, ce lo lasci dire con un poco di
amarezza, il fatto che l’Arcivescovado si accorga così ben
tardivamente, dopo tutto questo tempo, della presenza di un fenomeno
così grave e devastante ci fa pensare ad una disponibilità
anacronistica e magari sospetta.
Non
Le sembri poi che
questo discorso mascheri, in una falsa prospettiva bonaria, solo
degli interessi egoistici di parte.
Le
sarebbe poi utile interrogarsi intorno al destino delle tante
centinaia di operatori insediati nell’area del Balon per i quali il
loro lavoro è altrettanto fonte di vita per
le loro famiglie
e che sopravvivono ben faticosamente sotto i colpi della crisi
economica, per i quali ogni tensione che si verifichi in quell’area
rappresenta un potenziale allontanamento di una fetta di
frequentatori e che soprattutto stanno lavorando oramai da quasi due
anni per ottenere una riqualificazione di quel loro mercato onde
sovvertire il declino attuale di quel territorio.
Nell’oramai
pluriannuale dialogo con la pubblica Amministrazione, responsabile da
sempre di
aver ivi collocato un fenomeno che, nella loro presunzione, si
dovrebbe “autogovernare” non abbiamo mai dimenticato di tenere
presenti gli interessi di quegli operatori che sappiamo essere
persone in più o meno gravi difficoltà.
Quanto
poi alla capacità di autogovernarsi, essendo ViviBalon
un’associazione
privata, ci permetta di farLe notare che la collocazione nel Canale
Molassi, per la ridda di operatori aventi diritto e di
abusivi
incontrastati
che
invadono ogni spazio possibile ivi compresi gli ingressi della
struttura del Sermig, quali la scuola
Artigiani
di Restauro, l’ambulatorio e l’asilo multiculturale, è
ormai diventata una situazione sfuggita dalle mani di chiunque, che
non può essere governata da nessuno e meno che mai autogovernarsi.
Tale
è oramai lo stato di degrado lì presente che, come sempre succede,
questo fa sì che abbia ragione il più violento e il più
aggressivo.
Inoltre,
quella confusione impedisce oramai qualunque intervento di emergenza
e di soccorso, come già avvenuto nel giugno del 2016 quando
un’ambulanza - che doveva soccorrere un infartuato - non riuscì ad
accedere nel Canale Molassi e il poveretto si salvò solo grazie al
fatto fortunoso che gli fu prestato il primo soccorso
nell’ambulatorio del Sermig e ben molto dopo il mezzo di soccorso
riuscì a raggiungerlo attraverso l’ingresso principale del Sermig,
fortunatamente sgomberato dalle strutture di un cantiere solamente
alcuni giorni prima.
Ora,
le pare che permettere a queste persone (anche nascondendole al
pubblico sguardo nel Canale Molassi) di commerciare delle povere cose
raccattate nei bidoni, oppure fare commercio di oggetti ricettati
dagli scippi e dai furti, possa essere una soluzione dignitosa e
congrua
al dramma di
una
parte fragile di questa città?
A
noi non è mai sembrato così, abbiamo sempre richiesto delle azioni
più onorevoli e più mirate a dare uno spazio dignitoso e
strutturato
e una risposta più efficace al dramma delle vite
marginalizzate.
Nel
tempo, via via, siamo stati accusati di razzismo, di xenofobia e di
avere un atteggiamento contro le esigenze
del sociale; a noi sembra che la sordità a questi urli e a questi
bisogni non sia la nostra ma sia di quanti oggi, non avendo saputo
dare una risposta seria a problemi gravi, si nascondono
dietro alla parola “povertà” per dimenticarsi i compiti civili
di farsi carico del governo di un territorio pesantemente e
gravemente colpito da una crisi economica e industriale che data
oramai da un
decennio.
Noi
siamo certi della Sua totale buona fede ma la mettiamo in guardia dal
cadere nelle
trappole dei cattivi maestri perché i cattivi maestri normalmente
non propongono soluzioni ma fanno solo guai!
Le
chiediamo quindi di rivedere le Sue riflessioni alla luce di un
disagio che non è solo quello che Le
è stato messo sotto gli occhi ma che comprende oramai la vita di un
territorio e delle persone che in quel territorio hanno insediato la
loro quotidianità.
Per
la politica far convivere interessi diversi è una questione sempre
aperta ma fare politica significa riuscire a dare delle risposte
serie ed efficaci anche ai conflitti sociali.
A
nostro parere Lei sabato è caduto in una trappola e si è prestato a
farsi portavoce, seppure in buona fede, di quegli
intellettuali
che non
hanno mai fatto un passo per affrontare il problema della povertà
incalzante in questa città ma si limitano a guardarla rimirandone il
dramma per poterne scrivere
o parlare nel loro salotto buono.
Esistono
in questa città persone e salotti che non fanno altro che ciarlare a
vanvera ma le loro ciarle, purtroppo, sono a carico dei drammi di
molti cittadini di questa città.
Non
desideriamo dare a una persona come Lei delle lezioni di morale,
anche se questa può essere l’impressione che Lei ricava da quanto
scriviamo, bensì desideriamo solamente pregarLa di non farsi,
tramite la posizione morale che Lei occupa nella comunità di questa
città, ariete che distrugge anche quel poco di ascolto politico che
siamo riusciti ad instaurare in un ambiente completamente sordo e
ostile.
Ciò
che emerge dall’idea di spostare il mercato del sabato, temuto
dall’Associazione Vivi Balon, in un altro ambito più decoroso e
protetto implica anche la possibilità di ampliare e di dare maggior
respiro a quelle povere attività onde cercare di favorire l’emergere
della possibile costruzione di un redditto che vada ben oltre i
limiti odierni.
Le
chiediamo quindi di voler evitare di dare
ascolto ai falsi profeti,
lupi
travestiti
da agnelli.
Cordiali
saluti.
Adriana
Romeo
presidente
di Associazioni e Comitati Riuniti di Porta Palazzo
per
nome e per conto dei residenti di San Pietro in VIncoli
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