giovedì 5 aprile 2018

RISPOSTA ALL'INTERROGAZIONE DEL CONSIGLIERE MARCO GRIMALDI SUL TRASFERIMENTO DELL'AREA DI LIBERO SCAMBIO DI CANALE DEI MOLASSI E DI SAN PIETRO IN VINCOLI

Egregio Consigliere Marco Grimaldi,

apprendiamo con grande piacere che Ella da alcuni mesi si sta occupando del mercato del libero scambio.

Siamo quindi certi che i Suoi giudizi abbiano un qualche fondamento che va ben oltre. evidentemente, quelli che possiamo formulare noi che ci viviamo da tutta la vita.

Vorremmo segnalarLe che fare riferimento a una sorta di vocazione all’integrazione dell’area del Balon e per estensione di Porta Palazzo ci appare una lettura storica molto parziale.

Storicamente infatti il Balon fu la porta di ingresso che portava i contadini dalla campagna al mercato cittadino di Porta Palazzo.

Lì i doganieri fermavano i convogli facendogli pagare la tassa di ingresso e se arrivavano troppo tardi erano obbligati a fermarsi in appositi locali acconci ove avrebbero passato la notte seduti su di un seggiolone di legno e appoggiati su di un canapo, che veniva liberato facendoli precipitare in terra alla mattina quando era giunto il momento di svegliarsi.

Che questo dimostri una sorta di vocazione dell’area all’integrazione e quant’altro ci pare quanto meno improbabile, tanto quanto è pur vero che l’area stessa nel tempo si è trasformata nel ricettacolo di piccoli delinquenti, ricettatori, borseggiatori e poi contrabbandieri che avevano eletto il posto come una sorta di terreno franco al di là della legge.

In questo senso, rivendicare una vocazione storica all’integrazione non è completamente esatto infatti, se un’area fu quella che accolse i primi immigrati dal sud e poi dal nord-est questa fu quella della zona aulica compresa fra corso Regina Margherita, via Milano, via Garibaldi e poi corso Valdocco.

Lì si insediarono gli immigrati richiamati dal lavoro nell’industria automobilistica: in un pezzo di quartiere già allora degradato e abbandonato a sé stesso.

Potrà ricordare le cose andando a recuperare il film di Ettore Scola “Trevico Torino” del 1973 e la storia dimenticata delle occupazioni delle case del centro storico.

Si tratta proprio di quell’area che nata come quartiere di transito venne poi trasformata per diventare oggi un pezzo di Torino alquanto ambito.

Ora, Lei potrà probabilmente capire che i territori non debbono restare sempre uguali a se stessi nei secoli, essi sono destinati a cambiare e a funzionare in modi diversi nella logica che struttura una città.

Per quale motivo quindi Borgo Dora e San Pietro in VIncoli non dovrebbero ambire a costruire un futuro migliore di quello del passato?

Lei ritiene che questa ambizione sia illegittima?

Noi pensiamo invece che sia legittimo aspirare a far si che il territorio nel quale si vive non debba patire all’infinito i danni e i guasti di una cattiva amministrazione, quella stessa amministrazione che senza consultare nessuno ha voluto paracadutare nel Canale Molassi e nel parcheggio di San Pietro in Vincoli l’esperienza del mercato di libero scambio, che è ben presto divenuta distruttiva e dirompente per il micro tessuto sociale dei residenti e dei commercianti del luogo.

A controprova inoltre che questa decisione sia stata perlomeno forzata, Le basti vedere che in ogni quartiere nel quale, magari ingenuamente, l’Assessore Giusta ha pensato di far trasferire il mercato del Barattolo, ebbene, lì sono incominciate immediatamente le sollevazioni popolari.

Allora la Sua idea di lasciare le cose come stanno la sentiamo perlomeno offensiva, se non addirittura priva di qualunque capacità d’ascolto e di progettazione del futuro, cosa che ci fa mal sperare della Sua capacità di ricoprire la funzione istituzionale che Lei oggi occupa.

Distinti saluti.

Adriana Romeo
Associazioni e Comitati Riuniti di Porta Palazzo
a nome e per conto dei residenti di San Pietro in VIncoli e delle vie limitrofe al Canale Molassi

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